giovedì 9 luglio 2009

BOSNIA? Vicina ma... lontana. Omofobia medievale.

Da TGCOM. Nelle case per gli studenti bosniache non c'è spazio per gli omosessuali. Lo ha ribadito Emir Kadric, direttore del centro universitario di Sarajevo. "Per persone simili non c'è posto nei nostri studentati - ha spiegato -. Non riconosco gli omosessuali e non è possibile che vengano messi in una delle due case dello studente del territorio di Sarajevo". Il direttore del centro universitaroio della capitale bosniaca non solo non ha alcuna intenzione di accogliere i gay nelle sue strutture, ma li invita anche a stare fisicamente lontani dagli studentati statali: "Non mi interessano gli omosessuali e, ad essere sincero, suggerirei loro di costruirsi sì uno studentato, ma a chilometri di distanza dai nostri - ha spiegato in maniera categorica al quotidiano San -. Non può esserci tolleranza, perché per me queste persone prima di tutto non sono apposto con loro stesse! Cosa me ne faccio di gente così nello studentato? Creerebbero solo problemi tra gli studenti normali".
La dura presa di posizione di Kadric ha subito suscitato grande scalpore nel resto del mondo, ma in patria anche gli altri direttori dei centri universitari sembrano condividere il suo punto di vista. Pur non esprimendo apertamente un appoggio diretto, anche gli altri reggenti degli studentati nazionali della Bosnia-Erzegovina, hanno infatti appoggiato le tesi del direttore del centro di Sarajevo.

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