domenica 28 giugno 2009

La lettera degli studenti omosessuali iraniani ad Arcigay

LEGGERE CON CALMA, IMPORTANTE
Gli studenti omosessuali iraniani hanno inviato una lettera ad Arcigay
per sensibilizzare la comunità GLBTQ italiana alla loro grave situazione. Obama ha chiesto ad Arcigay di avere copia della lettera. Ecco le parti salienti che mi sono permesso di selezionare per voi.

"I dolorosi incidenti degli ultimi giorni, oggi hanno raggiunto il massimo. Sabato 20 giugno il regime islamico è riuscito ad andare oltre con le sue violazioni ai diritti umani che durano oramai da trent’anni. Il desiderio del Popolo di scegliere pacificamente il proprio governo attraverso elezioni giuste è stato frustrato dal Regime e dal Leader Supremo con l’inganno e con l’imposizione della forza. Questo ha condotto ad una protesta silenziosa dopo che i risultati delle elezioni hanno shockato l’intero paese. Una folla lunga miglia ha occupato le strade di Teheran, forte della tolleranza, calma e risolutezza di tre milioni di persone, ha affrontato le elezioni pilotate. Questa protesta, pacifica ma determinata, ha incontrato la forza bruta degli uomini forti del regime che sparavano dai tetti e dalle finestre. Quello che la gente dell’Iran vuole sono elezioni democratiche e libere, garantite dalla Repubblica Islamica. Ma a quanto pare non è credibile che una Repubblica Islamica conceda la democrazia.
[...] La cosa più significativa non è il nostro numero, ma il fatto che ci abbiamo sparato addosso per le strade, di fronte a tutti, o che ci abbiano fatto del male nei centri di detenzione dove hanno portato coloro che protestavano.

[...] Gli uomini forti del regime e le forze militari stanno attaccando i civili usando ogni tipo di arma dall’acqua bollente alle pallottole. La Basij, polizia culturale in borghese che era stata reclutata per rafforzare la moralità religiosa, ora attacca le persone la notte nelle loro case. [...] Da quando questo venerdì il Leader Supremo ha annunciato i risultati delle elezioni con la vittoria definitiva e ha imposto di togliere il Popolo dalle strade, da allora le dimostrazioni sono state percepite come una guerra aperta alla legittimità del Regime stesso. Oggi Teheran è un bagno di sangue. Altre grandi città hanno riportato di assalti e attacchi militari ai civili, si registrano molte perdite. [...] A causa della mano pesante del Regime Islamico sui dormitori universitari, durante le prime tre notti cinque studenti attivisti [...] sono stati uccisi. Degli altri studenti che sono morti o sono stati feriti non si conosce il nome. [...] Ma ancora abbiamo paura che la gravità della realtà non sia stata compresa a fondo da chi sta fuori. Siamo consapevoli che quello che stiamo vivendo può sembrare come una vicenda del mondo orientale. Per questo motivo, gli studenti omosessuali in Iran si sentono obbligati a raccontare al mondo di questi tragici provvedimenti e vogliono esserne testimoni in prima linea. [...] Siamo una cosa solo in questo e siamo un’unica voce che pretende democrazia. Quelli che oggi sono vivi, lo sono per caso. Questa folla elegante e pacata è devastata e afflitta oggi. Viviamo nella paura e ci aspettiamo il peggio. Se Ahmadinejad sostenuto dal Leader Supremo ha in mente un colpo di stato contro il presidente iraniano eletto Mir Hosein Musavi e cerca in ogni modo di deviare il corso della democrazia, la nostra speranza ed il nostro obiettivo è di non permettere che questa cosa avvenga. Ora che il Consiglio dei Guardiani non ha appoggiato la richiesta del Popolo di nuove elezioni, il timore è che, se le proteste vengono soppresse, il regime impedirà le libertà individuali ed i diritti civili in modo ancora più duro di quanto già non faccia oggi. Il Regime Islamico dell’Iran, con la sua storia di violazione dei diritti umani, con la soppressione delle minoranze e la minaccia di pena capitale per l’omosessualità, ha scelto di reprimere ogni aspirazione democratica e di demolire le istituzioni civili così da aumentare il proprio controllo sulla vita del Popolo con una velata ma diffusa brutalità. [...] La comunità omosessuale iraniana sta vivendo in condizioni dure di persecuzione e paura. Noi ci identifichiamo con la sofferenza sopportata del Popolo in questa ultima settimana, quella di chi ha ricacciato indietro le lacrime ed è rimasto calmo anche di fronte agli attacchi e agli assalti. Il silenzio è stato il più efficace ed unico scudo.[...] Gli omosessuali iraniani hanno combattuto per anni contro un Regime oppressivo e spietato: noi lo sappiamo bene cosa significhi sopportare la crudeltà. In questi giorni il Regime Islamico sta trattando le persone come ha fatto con la comunità queer per gli ultimi tre decenni. È con questa consapevolezza nella mente e con la speranza di un futuro libero, giusto e basato sull’uguaglianza che noi combattiamo fianco a fianco, mano nella mano, contro il dittatore. Esortiamo la comunità internazionale LGBT ad ascoltare la nostra voce e ad ascoltare il Popolo iraniano che pretende nuove elezioni. [...] Abbiamo paura che nei giorni a venire, se vince il dittatore, una generazione – la nostra generazione – verrà semplicemente eliminata. [...] Il quarto giorno della Resistenza Silenziosa uno di coloro che protestavano portava un cartellone che recitava “non ho paura della morte, mi spaventa la vita”. Questi giorni sono passati. Uguaglianza, giustizia sociale, rispetto per le diverse etnie, religioni, lingue e minoranze sessuali, se alle persone non vengono impediti i propri diritti nell’ambito della democrazia, sono possibili. Noi chiediamo alla comunità internazionale, alla comunità internazionale LGBT, alle organizzazioni per i diritti umani e al mondo tutto, di vigilare sulle atrocità che oggi avvengono nelle strade dell’Iran, di rispettare il voto della popolazione iraniana e il loro desiderio di vivere in una società democratica, di rifiutarsi inoltre di riconoscere Ahmadinejad come presidente eletto fino a nuove elezioni tenute in presenza di osservatori delle Nazioni Unite. [...] Oggi gli iraniani fanno affidamento sulle proprie capacità di resistere e di far valere la propria domanda di giustizia. Questo non accadrà senza il supporto della comunità internazionale. Sia lodato il giorno in cui l’Iran sarà responsabile e sensibile verso i suoi bambini e cittadini."
In nome della libertà e della giustizia sociale, gli studenti omosessuali delle università in Iran. (versione integrale QUI, a cura di GayNews24, foto © Copyright ANSA).

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