lunedì 23 febbraio 2009

VENEZIA: addio a Beppe Tasca

MESTRE. Una vita intera sulle barricate e una morte solitaria. Se n'è andato sei giorni fa il veneziano Beppe Tasca, fra i fondatori storici dell'Arci Gay, ma il suo corpo senza vita è stato trovato solo ieri mattina nell'appartamento di via Catene a Marghera dove viveva solo con il suo inseparabile cagnolino. L'hanno ritrovato gli agenti della polizia e i vigili del fuoco avvisati da un collega della ditta di spedizioni in cui lavorava, insospettito dall'assenza di Tasca sul lavoro. Aveva 71 anni Giuseppe, per tutti «Beppe» Tasca. E, seppure ormai lontano dalle battaglie degli anni '80 per il riconoscimento del movimento gay di cui è stato leader, si faceva vivo di tanto in tanto con i compagni. «A Natale mi mandava un sms sarcastico - ricorda Franco Grillini - con su scritto semplicemente ‘sono ancora vivo' ». A ucciderlo potrebbe essere stato il monossido di carbonio. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in pigiama, seduto in una poltrona accanto a una stufetta elettrica. Per questo il pm ha disposto l'autopsia e messo sotto sequestro l'immobile. L'ultimo contatto con il collega risale a martedì della settimana scorsa, poi più nulla. Se n'è andato in silenzio il «conte Tasca». Lui che aveva tagliato i ponti con la famiglia blasonata e la militanza monarchica in nome del movimento gay. «Fa sorridere dirlo oggi ricorda Angelo Zennaro, negli anni '80 presidente provinciale dell'Arci - ma quando Beppe si presentò da me, giovane e avvenente cameriere, col progetto di un circolo Arci da dedicate alle tematiche gay non si pronunciava ad alta voce neppure la parola». A Venezia, Beppe Tasca prende parte all'occupazione dell'osteria di San Giacomo da l'Orio che, negli anni, diventerà punto di riferimento del movimento per tutto il Veneto, nel frattempo, per la sua militanza, perde il lavoro. Si impegna in politica, milita nel Pci per poi approdare a Rifondazione Comunista, parallelamente, però, non abbandona l'impegno con gli ultimi, con i discriminati. Fa il volontario nella casa di Giovanni Giusto aperta ai malati di Aids, organizza progetti di intervento nelle carceri, crea dal nulla il fragoroso Gay Pride a Venezia nel 1997. «Non piace a me e non sarebbe giusto nei confronti di Beppe ricordarlo con la solita agiografia post mortem - dice Grillini - era un uomo spigoloso, a volte francamente intrattabile, ma anche un leader infaticabile. Sono addolorato, onoriamo un militante del movimento. Uno che la sera prima del Pride veneziano si è avventurato per le calli veneziane a esplorare il percorso stabilito e ha avuto la sfortuna di incrociare in piazza San Marco i Serenissimi che occuparono il campanile. Sono quasi venuti alle mani in quell'occasione». La firma di Beppe Tasca è pure sul primo consultorio gay d'Italia, aperto a Cannaregio e su mille iniziative di lotta ma anche di ascolto e sostegno. Da gaynews.it

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