[...] Dall’ultimo episodio di abuso sessuale su un ragazzino sordo sono passati 25 anni. Lo denunciano in 60 ex allievi. La vittima più giovane ora ha 41 anni ed è solo una delle 15 persone, tra cui tre vicentini, che hanno filmato e registrato le testimonianze di quel che subirono all’interno dell’istituto religioso di cui erano ospiti: l’Antonio Provolo del Chievo. Testimonianze agghiaccianti, racconti di violenze sessuali ma anche sodomia, sevizie e botte che rappresentavano la quotidianità per decine di bimbi sordi, figli di famiglie non abbienti affidate a quell’istituto gestito da religiosi che fino agli anni Ottanta era stato un modello internazionale. Venticinque i sacerdoti, alcuni ormai anziani ma ancora in servizio nell’istituto, indicati con nomi e cognomi quali autori delle brutalità. Ma oltre a loro, coinvolti negli abusi ci sarebbero anche alcuni fratelli laici presenti nella struttura. [...] Quando poi due anni fa, in via Rosmini, venne istituita la casa famiglia (gestita dagli stessi religiosi) destinata ad accogliere bambini sordi con disagi familiari, negli ex alunni del Provolo scattò la ribellione. Fu il timore che qualcun altro bimbo potesse subire quel che loro avevano subìto a squarciare il velo del silenzio, e se è pur vero che ora la struttura è interamente gestita da laici al vertice ci sono sempre i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria che dipende solo dal Vaticano. Partì da qui la decisione drammatica di raccontare, di rivelare quanto segretamente custodito nell’animo e nella mente per anni, almeno trenta. [...] Loro, gli ex alunni, non sono interessati a condanne o risarcimenti, nulla potrà riparare il danno patito a livello psicologico ma, sostengono, una decina di religiosi sono ancora in servizio. Loro i nomi di quei preti li hanno fatti. [...]
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sabato 24 gennaio 2009
VERONA: 30 anni di abusi da religiosi
Un’inchiesta dell’Espresso rivela una serie di eventi che sarebbero accaduti al “Provolo” di Verona in 30 anni. Ma non ci saranno indagini. di Fabiana Marcolini da Il Giornale di Vicenza, 23 gen 09.
[...] Dall’ultimo episodio di abuso sessuale su un ragazzino sordo sono passati 25 anni. Lo denunciano in 60 ex allievi. La vittima più giovane ora ha 41 anni ed è solo una delle 15 persone, tra cui tre vicentini, che hanno filmato e registrato le testimonianze di quel che subirono all’interno dell’istituto religioso di cui erano ospiti: l’Antonio Provolo del Chievo. Testimonianze agghiaccianti, racconti di violenze sessuali ma anche sodomia, sevizie e botte che rappresentavano la quotidianità per decine di bimbi sordi, figli di famiglie non abbienti affidate a quell’istituto gestito da religiosi che fino agli anni Ottanta era stato un modello internazionale. Venticinque i sacerdoti, alcuni ormai anziani ma ancora in servizio nell’istituto, indicati con nomi e cognomi quali autori delle brutalità. Ma oltre a loro, coinvolti negli abusi ci sarebbero anche alcuni fratelli laici presenti nella struttura. [...] Quando poi due anni fa, in via Rosmini, venne istituita la casa famiglia (gestita dagli stessi religiosi) destinata ad accogliere bambini sordi con disagi familiari, negli ex alunni del Provolo scattò la ribellione. Fu il timore che qualcun altro bimbo potesse subire quel che loro avevano subìto a squarciare il velo del silenzio, e se è pur vero che ora la struttura è interamente gestita da laici al vertice ci sono sempre i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria che dipende solo dal Vaticano. Partì da qui la decisione drammatica di raccontare, di rivelare quanto segretamente custodito nell’animo e nella mente per anni, almeno trenta. [...] Loro, gli ex alunni, non sono interessati a condanne o risarcimenti, nulla potrà riparare il danno patito a livello psicologico ma, sostengono, una decina di religiosi sono ancora in servizio. Loro i nomi di quei preti li hanno fatti. [...]
[...] Dall’ultimo episodio di abuso sessuale su un ragazzino sordo sono passati 25 anni. Lo denunciano in 60 ex allievi. La vittima più giovane ora ha 41 anni ed è solo una delle 15 persone, tra cui tre vicentini, che hanno filmato e registrato le testimonianze di quel che subirono all’interno dell’istituto religioso di cui erano ospiti: l’Antonio Provolo del Chievo. Testimonianze agghiaccianti, racconti di violenze sessuali ma anche sodomia, sevizie e botte che rappresentavano la quotidianità per decine di bimbi sordi, figli di famiglie non abbienti affidate a quell’istituto gestito da religiosi che fino agli anni Ottanta era stato un modello internazionale. Venticinque i sacerdoti, alcuni ormai anziani ma ancora in servizio nell’istituto, indicati con nomi e cognomi quali autori delle brutalità. Ma oltre a loro, coinvolti negli abusi ci sarebbero anche alcuni fratelli laici presenti nella struttura. [...] Quando poi due anni fa, in via Rosmini, venne istituita la casa famiglia (gestita dagli stessi religiosi) destinata ad accogliere bambini sordi con disagi familiari, negli ex alunni del Provolo scattò la ribellione. Fu il timore che qualcun altro bimbo potesse subire quel che loro avevano subìto a squarciare il velo del silenzio, e se è pur vero che ora la struttura è interamente gestita da laici al vertice ci sono sempre i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria che dipende solo dal Vaticano. Partì da qui la decisione drammatica di raccontare, di rivelare quanto segretamente custodito nell’animo e nella mente per anni, almeno trenta. [...] Loro, gli ex alunni, non sono interessati a condanne o risarcimenti, nulla potrà riparare il danno patito a livello psicologico ma, sostengono, una decina di religiosi sono ancora in servizio. Loro i nomi di quei preti li hanno fatti. [...]
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