
È successo in una scuola superiore del centro. La vittima è un ragazzo di Mestre che lo scorso anno, periodo a cui risalgono le angherie, frequentava la quinta. I suoi persecutori erano alcuni compagni di classe, perché le violenze verbali, ma anche fisiche, avvenivano tra le mura scolastiche. Tutta la classe era a conoscenza della cosa e chi più, chi meno si divertiva. Ma i suoi persecutori erano cinque. [...] «Lo facevamo per scehrzo, lui rideva» si sono difesi. Ora rischiano grosso, perché è vero che non esistono i reati di bullismo e di cyber-bullismo, ma possono essere loro imputati una lista lunga così di altri reati: sostituzione di persona, violazione della privacy, violenza privata, ingiurie, diffamazione, minacce, molestie.
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